Piano

PIANO REDAZIONALE 2023

Quando esprimiamo un desiderio apriamo il cuore a ciò che ci rende vivi, riconosciamo i nostri limiti con una consapevolezza capace di renderci persone nuove, riusciamo a comprendere le nostre debolezze e troviamo anche la forza di affrontarle. Quando siamo nel buio sembra tutto più triste ma possiamo ritrovare la luce grazie all’umiltà dell’amore, perché se viviamo in comunione, possiamo ambire a un rapporto in cui il desiderio trasfigura continuamente il presente. Un desiderio traduce le nostre emozioni, la tenacia nel rincorrerlo, di bramarlo. A volte però riesce a portare in superficie anche le nostre paure e i nostri limiti. La stessa natura umana ci invita a proporci come essere viventi che desiderano. Un limite è una barriera difficile da valicare. Molto spesso non riusciamo a farlo da soli. La responsabilità personale e la ragione a volte non bastano. Camminare nella famiglia e in coppia implica la messa in comune delle nostre limitazioni e dei nostri desideri. L’amore di Dio risplende nel mistero dell’incarnazione in cui Dio manda il proprio figlio nel mondo come uomo, allo scopo di salvarci dal peccato. L’incarnazione come evento e dinamica di comunione. Nella vita di coppia possiamo trovare la grazia di un aiuto frutto dell’amore, dove otteniamo un appiglio che ci fa riemergere da paure e incomprensioni, una grazia non frutto della natura umana ma ottenuta mediante la stessa incarnazione che ci unisce. Una centralità di grazia che non scende semplicemente dall’alto, ma che matura nello stare dentro le nostre crisi personali e di coppia, sedimenta nella fatica di ogni giorno per rifiorire in una preghiera, nell’amore ritrovato di Dio. La notte nel cuore è il segno di un desiderio che manca, di un sentimento che non è più così forte, di una vita che sembra diversa ogni giorno che passa. I nostri limiti possono diventare risorse. Lo sforzo di superarli può significare un punto di forza, un modo per aggrapparsi a quell’amore che non pretende, che non chiede, ma che si mette al servizio. L’umiltà di guardare con occhi nuovi rende l’amore reale sempre più ‘amore’ e sempre più ‘vero’. La via dell’umiltà, delle cose semplici, del dialogo con Dio riaccende la forza della volontà che attira la benevolenza divina, la volontà che accende risorse umane inattese. Ma la croce di Gesù è anche sapienza di quel saper perdere che poi dà vita all’amore vero. Esperienze di momenti bui illuminate da luci inaspettate dopo essersi abbandonati al mistero dell’amore. Quando viviamo in comunione possiamo ambire a un rapporto in cui il desiderio trasfigura continuamente il presente. L’orizzonte cambia il colore delle nostre vite come una luce calda e avvolgente. Il limite è contenuto dal contatto con la verità che ci rende umani. Lo stesso può divenire una forza propulsiva per l’incontro reale con l’altro, perché nel momento del matrimonio siamo rinati a vita nuova, una Pasqua personale e di coppia che vivifica l’amore con una dinamica spirituale.

L'Equipe della Lettera