Chiamati alla Comunione

IL PIANO REDAZIONALE 2021

In un contesto storico sociale quale quello che stiamo vivendo , in cui quando si presentano nuove sfide, addirittura difficili da comprendere, la reazione istintiva è di chiudersi, difendersi, alzare muri e stabilire confini invalicabili, siamo chiamati come singoli e come coppie a porre il nostro sguardo in una prospettiva nuova,  a trovare il coraggio di percorrere le strade di tutti, costruire piazze di incontro, edificare relazioni basate sulla cura e nella misericordia con l’altro.

Siamo chiamati a metterci cuore, mani e testa affinché questo «sogno» possa diventare realtà,sbilanciati in uno sguardo  che sposta il nostro equilibrio oltre i facili tornaconti personali e i meri calcoli di profitto immediato.

Siamo chiamati ad essere chiesa in uscita individuando quale condizione essenziale quella di riconoscere che «uscire» è più un movimento che una dotazione, non altre cose da fare ma uno stile tutt’altro che autoreferenziale , proprio della vita di ciascun battezzato e della Chiesa nel suo insieme.

Siamo chiamati a vivere la pratica dell’accoglienza che era già percepita da padre Caffarel: “… chi ha la stima dell’ospite non aspetterà che venga a bussare alla porta, ma saprà invitarlo. E’ la prima manifestazione della virtù dell’ospitalità. L’intuizione del cuore fa scoprire senza difficoltà colui al quale occorre indirizzare l’invito”. (“Il matrimonio, questo grande

sacramento”).

Siamo chiamati a porre lo sguardo come suggerisce Amoris letizia al N°100:

Per disporsi ad un vero incontro con l’altro, si richiede uno sguardo amabile posato su di lui… Uno sguardo amabile ci permette di non soffermarci molto sui limiti dell’altro, e così possiamo tollerarlo e unirci in un progetto comune, anche se siamo differenti. L’amore amabile genera vincoli, coltiva legami, crea nuove reti d’integrazione, costruisce una solida trama sociale. In tal modo protegge sé stesso, perché senza senso di appartenenza non si può sostenere una dedizione agli altri, ognuno finisce per cercare unicamente la propria convenienza e la convivenza diventa impossibile…Chi ama è capace di dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano.

Siamo chiamati ad ampliare il nostro ragionamento ponendo al centro il valore che

l’altro/ l’Altro lo si ritrova anche nella creazione tutta :

“Nulla disprezzi di quanto hai creato, Signore che ami la vita” - Sap. 11, 24

…. non si può prescindere dall’umanità. Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia. Quando la persona umana viene considerata solo un essere in più tra gli altri, ... «si corre il rischio che si affievolisca nelle persone la coscienza della responsabilità». Un antropocentrismo deviato non deve necessariamente cedere il passo a un “biocentrismo”, perché ciò implicherebbe introdurre un nuovo squilibrio, che non solo non risolverà i problemi, bensì ne aggiungerà altri. Non si può esigere da parte dell’essere umano un impegno verso il mondo, se non si riconoscono e non si valorizzano al tempo stesso le sue peculiari capacità di conoscenza, volontà, libertà e responsabilità.( Laudato Si – 118)