LETTERA 226 - DICEMBRE 2023-FEBBRAIO 2024
Editoriale:
Amare oltre. Se è Dio che ci chiama, non abbiamo alcun dubbio: si può fare!
Autore:
Enza e Mauro Barlettani
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(Amoris Laetitia) “Per disporsi ad un vero incontro con l’altro, si richiede uno sguardo amabile posato su di lui. Questo non è possibile quando regna un pessimismo che mette in rilievo i difetti e gli errori altrui, forse per compensare i propri complessi. Uno sguardo amabile ci permette di non soffermarci molto sui limiti dell’altro, e così possiamo tollerarlo e unirci in un progetto comune, anche se siamo differenti.”
La nostra esperienza di coppia, come quella di tanti altri, è iniziata con una consapevolezza relativa dei nostri limiti: la fase dell’innamoramento non prevede tanti dubbi, l’altro appare perfetto.
Ma poi la vita insieme ci ha mostrato la realtà del nostro essere coppia. L’amore era vero… la perfezione decisamente molto meno!
Per fortuna non ci ha mai abbandonato la Grazia di sentire Dio dalla nostra parte, di sceglierLo quotidianamente come compagno di viaggio. Ma questo non ci ha esentato dal dover fare i conti con i nostri limiti: quelle nostre debolezze che possono impedirci di guardare lontano, quelle imperfezioni che diventano montagne da scalare nei momenti più complicati, quelle mancanze che chiudono il nostro cuore a guardare l’altro e il mondo con gli occhi dello Spirito. E rischiamo di fermarci. Rischiamo di impedire a Dio di renderci capaci del “bene possibile”.
Una delle cose di cui ringraziamo il cammino END è l’averci aiutato a tenere sempre presente che noi non siamo (solo) i nostri limiti. Che questi non devono diventare un ostacolo in grado di oscurare la bellezza del cammino da fare insieme. Solo la forza di “guardare oltre” può trasformare la delusione dell’inadeguatezza in potenza creatrice, rendendo possibile la scoperta del “bello” che la nostra unione è in grado di generare.
Nell’accettare le rispettive diversità, abbiamo sperimentato che le nostre peculiarità sono complementari, che quello che può apparire un suo difetto spesso è una caratteristica che compensa una mia mancanza, che il confine tra i nostri pregi e i nostri difetti è condizionato dalla disponibilità ad amarci così come siamo e a sfruttare le nostre differenze per far nascere qualcosa di più grande di ognuno di noi due. Solo così siamo complici, siamo più forti… siamo coppia!
È chiaro che non è semplice, che non è scontato, che non è acquisito una volta per sempre.
Ma noi oggi ne siamo certi: l’Amore non ha (i nostri) limiti! E crediamo che aver reso la nostra unione sacramento, oltre a renderci segno del Suo Amore, abbia questo significato: dove non arriva la nostra capacità di amare arriva l’abbraccio tenero di Dio, che ci mette a disposizione due grandi alleati.
Il primo è la preghiera. Non perché la nostra preghiera sia perfetta ma perché, pur nella sua imperfezione, è la mano tesa all’azione dello Spirito nella nostra coppia e nella nostra vita, che rende possibile l’impossibile.
Il secondo è l’aiuto reciproco, ovvero la dimensione comunitaria che -nelle END e non solo- permette confronto, consiglio, sostegno e affidamento spirituale.
Spesso la coscienza dei propri limiti diventa un argomento determinante per rinunciare ad aprirsi al servizio. Ma riteniamo che quanto già detto sulla vita di coppia può essere pari pari applicato al servizio che, nelle END, è anche un’esperienza “a due”. Un’esperienza che supera le carenze individuali attraverso la complicità dei coniugi, il sostegno della preghiera, l’aiuto che deriva dall’essere “équipe” e che ci rende strumenti del “bene possibile” verso chi ci è stato affidato.
Per quanto riguarda noi, se ci fossimo soffermati solo sui nostri limiti (caratteriali, di contenuti, di tempo…), non avremmo probabilmente mai accettato alcun servizio, tanto meno quello che stiamo svolgendo adesso. Eppure, con il necessario discernimento, un po’ di coraggio, un pizzico di incoscienza e tanto affidamento, stiamo vivendo cose che potevano sembrare più grandi di noi, regalandoci un dono prezioso e non rinunciando ad accogliere una chiamata a servirLo nei fratelli.
Con il passare del tempo il nostro modo di svolgere il servizio in coppia è sicuramente cambiato. Oggi ci mette a nudo in modo profondo, fa emergere ancora di più le nostre diversità e sensibilità. Scopriamo altri difetti, mai conosciuti, da accettare e da trasformare, ma troviamo con meraviglia altri carismi da mettere a frutto.
Dio, che ci conosce, anche nei nostri limiti, ci chiama ad affidarci e a collaborare col Lui per realizzare il suo sogno, ci chiama ad Amare oltre … E, se è Dio che ci chiama, non abbiamo alcun dubbio: si può fare!
(Amoris Laetitia) “Tutti siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa.”