Copertina Lettera 222

LETTERA 222 - MARZO 2023-MAGGIO 2023

Editoriale:

BENEDIRE: DESIDERIO DI BEN-ESSERE

Autore:

Enza e Michele Albano (CRR Regione Sud Ovest)

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Ecco a voi la prima Lettera End della nuova Redazione

"la Benedizione del Desiderio"


Cominciamo a scrivere questo editoriale tra le pause del primo dell'anno, quando l'operatività domestica si lascia incantare dal fascino del divano.
È giornata di festa 
ma anche di convulsa frenesia, se per pranzo ti ritrovi l'intero parentado a casa.
Giornata che vorresti dedicare al sonno per recuperare le stanchezze della nottata precedente ma anche alla cura di quelle persone care che hai dovuto tralasciare nelle settimane lavorative.
Giornata che vivi col desiderio di placare i bioritmi, 
fermarti un attimo e pianificare un intero anno.
Ecco.
Potremmo concludere l'excursus affermando che, il primo desiderio dell'anno 
potrebbe essere desiderare di mettere in fila tutti i desideri per il nuovo anno.
Non è un banale gioco di parole.
Fateci caso. In genere, ogni nostro inizio coincide con un qualche desiderio e non è detto che sia quello più adeguato al momento e alle circostanze.
Prendiamo, ad esempio, i nostri progenitori Adamo ed Eva.
Ancora fulgidi di 
creazione sperimentano il condizionamento di un desiderio indotto. Insomma, sono le prime vittime di “Pubblicità Progresso”.
Si trovano in mezzo a una lotta superiore e 
loro fungono da cavie.
Sappiamo tutti come finirà l'attuazione di quel primo languore...
Eppure la storia dell'umanità aveva cominciato a tessere la sua trama partendo da un desiderio benedetto: uomo e donna al centro di un progetto di ben-essere senza limiti e l'unico limite imposto rappresentava, in realtà, la massima concessione che potesse fare un creatore magnanime: il dono della libertà di sbagliare.
"Quale perversa generosità è questa?!" si domanderanno i meno avvezzi alla frequentazione dei tanti passi escatologici nei testi sacri.
Dio mette in preventivo che quella coppia ancestrale possa fallire e nel tradimento, seppur doloroso, vi legge una via di salvezza altra lungo la quale, per procedere, diventa indispensabile la collaborazione dell’umanità intera.
È cammino di ritorno 
come quello del figliuol prodigo del quale il padre asseconda il desiderio presuntuoso di possedere, subito, ciò che ancora non gli appartiene.
In quel caso, il desiderio incontrollato diede luogo al manifestarsi dell’egoistica esigenza di possesso con conseguente incapacità di gestire al meglio ciò che si era bramato. Potremmo dire, in contrapposizione, che il sano desiderio è figlio di sogni maturi.
Ecco, allora, che abbiamo bisogno di benedire il desiderio nel senso di dir 
bene cosa ci giova, discernere cosa contribuisce a renderci migliori, divini.
Per far ciò 
è fondamentale una comunicazione diretta tra il mio io e me stesso: parlarci in maniera corretta serve a fare chiarezza nella vita di ciascuno e, così, poter dedicare momenti di silenzio anche all’ascolto della voce interiore, quella che parla al nostro cuore per alimentare i desideri più veri ricordandoci che siamo di D’io...
“Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te” (Lc 15, 18)
Riconoscersi altro da ciò che si è fortemente desiderato alzando lo sguardo dalla voragine che può diventare il nostro ombelico.
Quindi riconoscere la vocazione cristiana è saper innestare il proprio desiderio nel progetto che il Padre ha desiderato per noi.
È sintonizzarsi su di una frequenza ignota. Guardare in alto per trovare riferimenti a cui arpionare i propri limiti per non precipitare.
Il desiderio bene-detto ha voce che sa parlare, anche, al plurale perché chiede di elevare alla potenza il valore delle piccole cose. Così, desiderare la pace in famiglia deve istruirci ad essere costruttori di pace non soltanto per noi stessi o per un singolo paese o popolo ma per l'intera umanità.
Desiderare agiatezza o sicurezza non 
può tralasciare di considerare il bisogno di produrre benessere diffuso.
Nel tempo siamo diventati, sempre più, cristiani io-centrici arroccati su presunti valori che hanno fatto di ogni limite un ostacolo di cui aver ossessione.
Riconquistare 
la dimensione del divino può aiutarci a considerare quello stesso limite l'habitus dal quale affrancarsi in una metamorfosi imprevedibile ma attesa.
A quel punto l'abilità nella costruzione del bozzolo sarà già desiderio di farfalla?
"Se puoi sognarlo puoi farlo!" recita il celebre aforisma laico. Con esso, l'autore, lancia un'esortazione con la quale preconizza la realizzazione di tutto ciò che dall'onirico, passando dalla sfera dei sentimenti, può diventare concretezza.
“Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza” risponde il Salmo 67, 2-3.
Che meraviglioso itinerario di speranza! Ma anche preludio per un cammino di santificazione in cui il sogno è Dio e a noi viene chiesto di contribuire al fare per poter essere in Dio.
“Signore riempi il nostro cuore della volontà di incontrarti, riconoscerti e somigliarti.
Solamente così ogni nostro desiderio brillerà dei tuoi occhi, avrà le mani tue per esser realizzato e i tuoi piedi per ritornare benedetto alla casa del Padre.”