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LETTERA 213 - MAGGIO-GIUGNO 2021

Editoriale:

Andiamo - In cammino sulle strade degli altri

Autore:

Giovanna e Giorgio Cattaneo - Responsabili Regione Nord Est A

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Alzatevi, ANDIAMO!

Queste parole ci hanno richiamato immediatamente il versetto 42 cap. 12 del vangelo di Marco. Da lì siamo partiti per questa nostra piccola riflessione.

Ci siamo sentiti interpellati come coppia da questo invito di Gesù.

Da sempre, dall’inizio del cammino insieme, il nostro desiderio è stato quello di non isolarci nella nostra coppia e famiglia, ma di aprire gli occhi a orizzonti sempre nuovi. E così in uno di questi orizzonti è apparso il movimento END che continuamente ci stimola e ci incoraggia in questa direzione.

Quello che Gesù rivolge ai discepoli che sono con lui nel Getsemani è più di un invito, è quasi un imperativo.

Si direbbe che cerchi di risollevare i suoi amici da una sorta di inerzia, di stanchezza e infatti si erano addormentati e non erano riusciti a vegliare con Lui come era stato chiesto loro.

Anche noi forse dobbiamo svegliarci dal sonno, dall’immobilismo che forse in questo tempo storico ci attanaglia più che mai, favorito anche dal fatto che realmente siamo stati fermi fisicamente.

Quali aspetti della nostra vita devono mettersi in movimento dietro a Gesù?

Gesù sa che sta arrivando la sua ora, il momento in cui dovrà scegliere di fare la volontà del Padre e sa bene dove questa scelta lo porterà. In preghiera, solo, nell’orto ha provato paura, tristezza e angoscia. Ma nella preghiera, nel colloquio personale con il Padre ha trovato la forza di accogliere la chiamata e di amare tutti noi fino in fondo, fino a dare la sua vita.

Gesù ha affrontato la sua fragilità, ha fatto i conti con i sentimenti umani più dolorosi, ha pensato forse di non farcela. Ecco allora l’invito ai discepoli: “Andiamo”. Dio cerca la compagnia degli uomini. Gesù ha bisogno dei suoi, di persone amiche, nel momento più difficile della sua vita.

Saperci fragili ci rende umani, scoprirci deboli ci fa sentire bisognosi di rapporti veri e di cammini di condivisione; ci fa accostare agli altri con sentimenti di compassione e comprensione, mai di giudizio.

Cos’è per noi oggi questo invito di Gesù? Ad andare dove? Che cosa ci sta suggerendo il Signore oggi, in questo tempo, a quali passi ci sta invitando?

Dobbiamo porci delle domande. Farsi delle domande permette di alzare lo sguardo e non rimanere invischiati nelle nostre piccolezze di ogni giorno. Permette allo spirito di Dio di aprirci gli occhi sul presente per interpretare ciò che stiamo vivendo e fare luce sul cammino che dobbiamo percorrere.

L’andiamo è di per sé un invito e l’inizio di un percorso; chi lo pronuncia si mette in un atteggiamento di relazione e condivisione: “ti propongo un progetto da realizzare, se accetti possiamo farlo insieme”. L’andare, rispondendo ad un invito, è perciò un cammino che non facciamo da soli ma insieme all’altro.

E’ la stessa esperienza che facciamo in coppia. Chi è veramente preparato ad iniziare un cammino a due? Noi non lo eravamo di certo. Era più che altro una scommessa, basata però sulla fiducia l’uno per l’altra e sulla volontà di affidarci ad una terza presenza nel nostro rapporto. Con il Signore siamo stati capaci di invitarci reciprocamente ad una vita insieme.

“Il cammino di santità che la coppia sceglie di intraprendere il giorno del suo matrimonio continua tutta la vita.” (Vocazione e Missione pag. 7) Dunque non possiamo fermarci dobbiamo camminare. Il nostro passo, nel cammino, sarà sempre più prossimo sino a diventare unisono e l’impronta che lasceremo sarà unica, la nostra storia.

E ancora: “le END invitano le coppie degli équipiers a vivere un cammino di santità, con Gesù come compagno di strada.” (Vocazione e Missione pag. 9) e di seguito “I non credenti, pensava P. Caffarel, dovrebbero poter familiarizzare con la Chiesa frequentando coppie cristiane.” (Vocazione e Missione pag. 9) Dobbiamo metterci in gioco.

Dobbiamo fare nostro questo richiamo, certo ogni nostra coppia e famiglia ha le sue particolarità, i suoi tempi, “ ma la coppia non può accontentarsi di ricevere, deve donare ed essere soggetto attivo” (Vocazione e Missione pag. 10). Siamo convinti che ogni coppia ha il suo carisma, la “scintilla” che la contraddistingue. Dobbiamo ascoltare e discernere la voce dello Spirito che sicuramente ci indica la strada da percorrere.

L’andare presuppone un atteggiamento interiore di disponibilità ad affrontare situazioni nuove, a provare strade sconosciute, che si incrociano con altre strade, che ci fanno deviare dai nostri soliti percorsi per affiancarci, magari per un certo tragitto, ad altre vite, ad altre storie.

Pensiamo che accogliere l’invito che Gesù ci rivolge, voglia dire cambiare davvero il nostro modo di vedere e ascoltare gli altri. Ci è chiesto di entrare nella loro storia, farci coinvolgere, non solo sfiorarla o allungare semplicemente la mano. Adesso, nel tempo che stiamo vivendo forse non basta più. Dobbiamo abbracciare le persone (in modo figurato almeno per il momento), sentire la loro “carne” e farci prossimi, fratelli nella condivisione di ciò che siamo e abbiamo.

Quell’ “Andrà tutto bene” che per mesi abbiamo letto su ogni dove, è stato smentito; non è andato tutto bene, però possiamo fare in modo che il futuro prossimo sia migliore se ci sforzeremo di adottare come stile di vita ciò che ci viene suggerito da Papa Francesco nella Fratelli Tutti. “La speranza è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa.”

E ancora riguardo la speranza: “non è buon umore, non è ottimismo. La speranza ha un nome: è Gesù. Non possiamo dire: 'Io ho speranza nella vita, ho speranza in Dio', no: se tu non dici: 'Ho speranza in Gesù, in Gesù Cristo, Persona viva, che adesso viene nell’Eucaristia, che è presente nella sua Parola', quella non è speranza.”

Ci rendiamo conto che questo è un editoriale di domande. Così ci sentiamo: pieni di domande in cerca di risposte. Non ci sono risposte che vanno bene per tutti, è ovvio, ciascuno deve cercare le proprie, nella sua vita, in coppia, in famiglia, nella sua comunità. Ma le risposte alle nostre domande crediamo si possano trovare nell’ascolto della Parola di Dio, nell’ascolto reciproco e nel mettersi umilmente al servizio di questa Parola.

Alzatevi, ANDIAMO: è ora di svegliarci dal sonno. Una cosa è certa, siamo sempre in cammino.

Giovanna e Giorgio Cattaneo
Équipe Italia