Da sempre amiamo offrire in dono semi e bulbi, così come amiamo riceverli e sistemarli nella terra, prendercene cura con un’attenzione quotidiana, senza pensare ai frutti o ai fiori che verranno, ma nel rispetto dell’azione silenziosa di quanto abbiamo messo a dimora, di ogni “oggi” che ne costituisce e compie la vita.
Esiste un tempo, in cui tutto sembra quieto, immobile e nulla ci fa pensare che qualcosa nel cuore della terra si muova; ma è proprio in questo silenzio che il seme freme, si muove, accoglie nutrimento e si prepara a germogliare.
Così è per la vita di fede, personale e coniugale: È in questo tempo, sospeso tra l’accogliere il nutrimento e il prepararci per offrirci concretamente agli altri, che avviene il custodimento del cuore .
Spontaneamente pensiamo a Maria, la quale, “… da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.” (Lc 2, 19). “Maria è … la perfetta icona del silenzio. Dall’Annunciazione al Calvario, quante volte ha taciuto e quante volte non ha detto quello che sentiva per custodire il mistero del rapporto con Gesù, fino al silenzio del dolore “senza voce” ai piedi della Croce” . (dall’Omelia di Papa Francesco a Santa Marta – 20.Dicembre 2013).
E pensiamo a Giuseppe, suo sposo, custode discreto, silenziosa e costante presenza nella quotidianità della propria famiglia. Uomo che si fida e si affida completamente al Signore, manifestato nella voce degli angeli e nei sogni; che si muove secondo il proprio cuore, accordato al cuore di Dio, pronto ad abbracciare la realtà, anche se gli risulta incomprensibile.
Custodire e coltivare il cuore è essere capaci di ascoltare e accogliere, nella certezza che quanto depositiamo in noi, verrà benedetto e fecondato dall’amore di Dio.
L’ascolto quotidiano della Parola, offre alla nostra coppia sapienza nelle scelte e nelle relazioni che intrecciamo.
Nel silenzio di un tempo dedicato al “guardarci dentro”, come il nostro Metodo ci suggerisce nel “Mettersi ogni anno di fronte al Signore per fare il punto durante un ritiro della durata di almeno 48 ore, se possibile, in coppia.”, avviene la preparazione del terreno ricco di nutrimento, pronto a cullare e accogliere il seme di un progetto, la raccolta di piccole sollecitazioni che gettano basi sempre nuove per rendere la nostra coppia amante “come Dio”.
Custodire e coltivare significa… “preparare”, ossia fare in modo che qualcosa avvenga e avvenga bene, come quando mettiamo attenzione e cura in ogni particolare di una bella tavola in un giorno di festa.
Custodire il cuore, non per un geloso e morboso sentimento, ma per “tenere a dimora” le infinite sollecitazioni esterne che, in maniera nascosta e silenziosa, ci rivelano il disegno che Dio ci ha riservato, affinché noi lo concretizziamo nel mondo.
È la ricchezza che offre il Dovere di Sedersi, nella consapevolezza per gli sposi, di essere parte di una relazione alla presenza del Signore: un tempo di preghiera e reciproca accoglienza, nel rispetto delle diversità, impreziosito dalla Grazia di poter discernere la volontà del Padre per la coppia.
Il Santo Padre ci invita al discernimento quale “bisogno urgente” e “attitudine necessaria” per ogni cristiano, in una vita che è sempre più legata alle esteriorità e al rifugiarsi in distrazioni virtuali e digitali.
Ne invita alla pratica, come “strumento che serve sempre: per essere capaci di riconoscere i tempi di Dio e la sua grazia, per non sprecare le ispirazioni del Signore, per non lasciar cadere il suo invito a crescere. Molte volte questo si gioca nelle piccole cose, in ciò che sembra irrilevante, perché la magnanimità si rivela nelle cose semplici e quotidiane. Si tratta di non avere limiti per la grandezza, per il meglio e il più bello, ma nello stesso tempo di concentrarsi sul piccolo, sull’impegno di oggi “… (Esortazione Apostolica Gaudete et Exultate, 169) e richiama ogni cristiano, a un esame di coscienza personale e quotidiano.
Essere cercatori di Dio ci ha portato sulla strada del servizio, accolto con tanti dubbi su noi stessi e sulle nostre capacità. Abbiamo compreso di aver ricevuto un dono di valore immenso, nel quale ci siamo sentiti custoditi nel cuore del Signore e proprio per questo, capaci di prenderci cura l’uno dell’altro e, insieme , di guardare agli altri con lo stesso Amore che ci ha accolto e accompagnato.
Lui ha ispirato, nel silenzio le nostre scelte, i nostri progetti accolti e realizzati con gioia ed entusiasmo; custodire, coltivare e discernere è il passo impresso al nostro camminare.
Regaliamoci la gioia di custodire il cuore,
e nel cuore accogliere quanto richiama la nostra attenzione e ci attrae nel profondo, per poter essere Epifania dell’Amore di Dio, strumenti attraversati dalla Luce della fede e piegati dalla forza dello Spirito che tutto rinnova.
Il seme custodito, marcirà nella terra e il bulbo si spaccherà, ma entrambi daranno nuovi germogli.
E così il cuore:
dapprima sarà avvolto dal tepore di un tenero abbraccio, come quello del coniuge, come quello della madre e del padre… ma pian piano, nel silenzio, troverà la strada per spalancare le braccia per aprirsi e accogliere, all’infinito, come Gesù.
Nicoletta e Andrea Zanieri (Firenze 3)
Equipe Italia - Regione Centro