LETTERA 186 DICEMBRE 2015 - FEBBRAIO 2016
Editoriale:
"PERCHE' SIANO PERFETTI NELL'UNITA'"
Autore:
Clelia e Gianni Passoni - Responsabili Regione Nord Est A
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"come tu , Padre, sei in me e io in te
...perchè il mondo creda che tu mi hai mandato.
...perchè siano perfetti nell'unità". (Gv17)
In un mondo dove l'individualismo ha permeato la cultura e la mentalità, dove nessuno
vuole dipendere dagli altri, sentiamo il bisogno, soprattutto nei momenti di crisi e di
sofferenza, che qualcuno ci sostenga, ci ascolti e ci sia vicino. A volte è proprio in
questa dimensione di crisi e sofferenza che sviluppiamo una relazione più profonda
con noi stessi e con gli altri.
La difficoltà che oggi viviamo scaturisce, a nostro avviso, proprio dall'essere immersi
in una cultura che spinge all'individualismo come bene supremo e come affermazione
di sè. Riteniamo invece che l'essere umano si realizza pienamente nella relazione. Dio
stesso è relazione e il modello della Trinità (cioè comunità di persone), infatti, ci
richiama molto bene a questa dimensione relazionale, che esprime in profondità anche
la verità della nostra esistenza.
A volte viviamo la vita come a scomparti, pensando che ogni aspetto corrisponda a un
cassetto che al bisogno apriamo e chiudiamo, ma ci illudiamo, perchè il nostro essere
è un tutt'uno con la realtà che ci circonda, ed è parte di un unico mondo e di un unico
Dio.
...L'uomo è unità di spirito, anima e corpo, creata e sostenuta dall'amore di Dio.
Separare o diminuire l'importanza di una di tali dimensioni implica delle conseguenze
devianti per l'uomo stesso. Perciò in ogni dimensione dell'uomo si trova il significato
dell'uomo intero, cioè l'amore, la capacità di dialogare, di relazionarsi e di pensare
nell'insieme (M.I. Rupnik).
Se l'uomo è stato creato a immagine di Dio, è stato creato a immagine dell'amore.
L'amore che ci viene donato nella creazione e che lo Spirito Santo rende vivo nel nostro
cuore è proprio l'amore di Dio, che è principio di unità e di libertà. L'amore non esclude
niente, include tutto. Allo stesso tempo, tuttavia, l'amore si rende fragile, umile,
abbraccia senza legare, unisce senza costringere. Ed è proprio in forza di questo amore
che abbraccia tutto, che l'uomo riesce a percepire sé stesso nel suo insieme. Un tale
abbraccio dà sempre spazio alla libertà e all'affermazione della diversità. È l'amore così
vissuto che fa nascere in noi lo slancio, il desiderio di accogliere nella stessa relazione
il mondo e gli altri.
Nel peccato originale sappiamo che è proprio l'aspetto della relazione a venire distrutta
ed è causa della morte, perché viene toccato un aspetto fondamentale dell'essere
umano. Ma sappiamo anche che l'immagine di Dio in noi non muore, non scompare in
quanto esseri umani. È la somiglianza che siamo chiamati a recuperare e realizzare nel
vissuto di ogni giorno. È cercando di vivere ogni giorno, ponendo ogni nostra azione,
pensiero, parola sotto lo sguardo di amore di Dio, che realizzeremo la nostra unità, non
solo con noi stessi, ma con tutto ciò che ci circonda e con cui veniamo in relazione: il
nostro corpo, il creato, e ogni forma di vita di cui anche noi siamo parte.
Nel mondo odierno, dove abbiamo perso il senso del "bene comune", del valore
dell'uguaglianza, della dignità di ogni uomo, della condivisione, della giustizia, della
pace, ci sembra molto importante ricercare insieme e riscoprire tali valori. Abbiamo il
dovere di riappropriarci di uno stile di vita decisamente più umano ed è proprio la
persona di Gesù che risveglia in noi questo "nuovo umanesimo".
A volte questo ci porta a scelte di vita coraggiose e controcorrente. Può accadere
talvolta di sentirci soli, ma proprio ciò dà prova di una fede vissuta.
Dove troviamo la forza, il coraggio di realizzare tutto questo? La vita di equipe ci educa
e ci aiuta a comprendere meglio la dimensione comunitaria della fede e ad uscire da
un fuorviante atteggiamento religioso individualistico e intimistico (don Saverio C.
alle CRS). L'esperienza dell'equipe è occasione di incontro, confronto, sostegno e
relazioni autentiche. Nello stesso tempo ci offre un'opportunità concreta di esercitare
la non facile arte dell'accoglienza reciproca, nella differenza, nella reciprocità e
nell'alterità.
"Una comunità in cui regna la fraternità, è un messaggio di Dio agli uomini, il suo
più importante messaggio, quello che rivela la vita intima di Dio, la sua vita trinitaria.
Non c'è discorso più eloquente ed efficace su Dio di vedere cristiani che "sono uno"
come sono uno il Padre e il Figlio. Questa sia la vostra preoccupazione. Fare della vostra equipe un trionfo di amore."
(L'Anneou d'Or, marzo-aprile 1956)
Clelia e Gianni Passoni
Equipe Italia
Coppia Responsabile Regione Nord Est A