LETTERA 183

LETTERA 183 MAGGIO - GIUGNO 2015

Editoriale:

" UN PIZZICO DI 'SOVVERSIVITA' "

Autore:

Betty e Salvatore Iasi - Responsabili Regione Sud Est

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"La difesa e la promozione della dignità della persona umana ci sono state affidate
dal Creatore; di essa sono rigorosamente e responsabilmente debitori gli uomini e le
donne in ogni congiuntura della storia ".
Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 47

 Un pizzico di “sovversività”

 È l’ennesima e sempre più frequente strage di migranti a scuoterci. Centinaia e
centinaia di morti annegati o assiderati pesano anche sulle nostre coscienze.

Se tocca a noi difendere e promuovere la dignità di queste persone, chiediamoci cosa
possiamo fare per evitare questi massacri.

Come si può evitare che tanti uomini, donne e bambini che ogni anno cercano di
raggiungere l’Europa in fuga da situazioni drammatiche nei paesi di provenienza,
finiscano nelle mani dei trafficanti e trovino la morte nel nostro mare?

Prima che essere vittime di quegli uomini senza scrupoli, essi sono martiri innocenti di
un sistema economico ingiusto, che li ha completamente spogliati, sottraendo loro tutte
le risorse di cui il buon Dio, in principio, li aveva dotati, per ridurli in uno stato di
completa povertà in cui nemmeno la sopravvivenza è garantita. Sono profughi in fuga
da guerre etniche fratricide, dietro alle quali spesso si nascondono grossi interessi
economici dei produttori di armi, delle banche che li finanziano e dei paesi che ne
autorizzano la vendita anche nelle aree politicamente meno stabili del pianeta.

Che giustizia c’è in un mondo che affama, in un sistema capitalistico che si preoccupa
esclusivamente della salute della moneta e non di quella dei popoli o dello stesso
pianeta?

Con la stessa ingordigia con cui sono state sottratte le ricchezze ai paesi più poveri del
mondo, allo stesso modo, infatti, si è infierito nei confronti del pianeta, e la terra ferita
protesta con forza.

Le ingiustizie ambientali e quelle sociali sono conseguenza di un sistema economico
iniquo, quel neoliberismo che idolatra il profitto e sacrifica i poveri e l’ambiente
sull’altare del capitalismo.

Papa Francesco richiamando l’Evangelii Gaudium nel messaggio per l’Expo 2015
afferma: "No, a un'economia dell’esclusione e della iniquità. Questa economia
uccide…Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio
sul più debole. Attenzione: qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento,
ma a quella dello scarto; infatti gli esclusi non sono solo esclusi o sfruttati, ma rifiuti,
sono avanzi".

Il papa condanna senza possibilità di appello questo capitalismo.

E noi che parte abbiamo in tutto ciò? Qual è il ruolo di un cristiano autentico? In che
modo testimoniamo la nostra adesione a una Parola esigente come quella del Vangelo?

Desmond Tutu dice “Dio ha soltanto noi, Dio ha bisogno di noi. Noi siamo mani, piedi
e testa di Dio”.


Se prendiamo coscienza che siamo strumenti nelle mani di Dio, come tali non possiamo
più tollerare tutte le forme d’ingiustizia collegate a questo sistema che vede il divario
tra ricchi e poveri allargarsi vergognosamente.

Secondo il rapporto “Grandi disuguaglianze” di Oxfam (http://www.oxfamitalia.org/)
si stima che entro il 2016 un minuscolo gruppo di miliardari, l’1% della popolazione,
avrà più ricchezze del restante 99% del mondo.

Il rapporto dimostra che viviamo in un mondo nel quale le élite che detengono il potere
economico influenzano anche i processi politici, rinsaldando così questo sistema nel
quale la ricchezza e il potere sono sempre più concentrati nelle mani di pochi.

La grandissima disuguaglianza non è soltanto causa di povertà estrema, ma anche e
soprattutto, come la storia ci insegna, d’instabilità sociale, di minaccia per la sicurezza
globale.

Possiamo ancora sopportare che quasi la metà della popolazione viva nella povertà
assoluta e che un miliardo di persone non abbia accesso all’acqua potabile? O accettare
che a fronte di tanta povertà i produttori di armi continuino ad arricchirsi traendo
profitto dalle innumerevoli guerre che crescono e si alimentano in questo clima di
crescente ingiustizia e crudeltà?

Non possiamo continuare a essere complici, attraverso i nostri acquisti, delle aziende
che nel mondo sfruttano la manodopera spesso anche minorile, riducendola alla
povertà, se non alla schiavitù. O ancora delle grandi multinazionali che, sempre
secondo il rapporto, s’impongono nei paesi poveri, soprattutto in Africa, e “sfruttano
la propria influenza per evitare le imposte fiscali riducendo, in tal modo, la disponibilità
di risorse che i governi potrebbero utilizzare per combattere la povertà”.

“Diventate voi la coscienza critica del mondo. Diventate sovversivi. Non fidatevi dei
cristiani autentici che non incidono la crosta della civiltà. Fidatevi dei cristiani autentici
sovversivi come San Francesco d’Assisi che ai soldati schierati per le crociate
sconsigliava di partire”, scriveva ai giovani Don Tonino Bello.

E noi abbiamo quel pizzico di “sovversività” che ci rende pronti al cambiamento?
Possiamo liberarci delle nostre paure, dal nostro senso d’impotenza, dall’indifferenza
e dalla rassegnazione? Siamo capaci di cercare e coltivare la giustizia, l’uguaglianza,
la legalità, il rispetto dei diritti delle persone, della loro dignità a partire dalle piccole
cose, dalla realtà a noi più prossima, dalle nostre scelte quotidiane?

L’aver conosciuto qualche anno fa Padre Adriano Sella e la proposta dei Nuovi Stili di
vita, ci ha permesso di prendere coscienza con lucidità che sono le scelte quotidiane di
noi consumatori a muovere le leggi di mercato e così, appena possibile, ci siamo fatti
coraggio e con l’aiuto di alcuni amici abbiamo creato un gruppo di acquisto solidale,
Nostra Madre Terra, per passare dal consumismo al consumo responsabile.

Pagare il prezzo giusto a chi produce rispettando l’ambiente e i lavoratori, combattere
chi specula e creare legami diretti con i produttori sono alcuni degli obiettivi del
commercio equo e solidale.

Eliminare l’intermediazione commerciale ci consente di acquistare prodotti di ottima
qualità a prezzi accessibili a tutti, perché di poco superiori a quelli di mercato e al
tempo stesso di premiare le aziende che hanno scelto di lavorare nel rispetto
dell’ambiente, pagando un prezzo giusto per i loro prodotti.


I nuovi stili di vita ci hanno fatto prendere consapevolezza che possiamo compiere
nella vita di tutti i giorni azioni e scelte che rendono possibili cambiamenti, che a partire
da un livello personale passano necessariamente a quello comunitario, fino a
coinvolgere i vertici del sistema socio-economico e politico, attivando quel processo
inverso che ci permette di dare il nostro piccolo contributo per risanare le ferite degli
uomini e del pianeta.

Non si cambia il mondo da un giorno all’altro e la strada non è per niente facile. È un
impegno quotidiano in cui la trasformazione si ottiene a piccoli passi ed è un cammino
da percorrere in compagnia, perché solo così ci si può incoraggiare e sostenere.
Ovunque esistono gruppi di commercio equo e solidale, associazioni o movimenti che
promuovono la pace, che si dedicano alla difesa dell’ambiente, al dialogo
interreligioso, che insieme fanno rete e costituiscono le fondamenta di nuova società
possibile.

Non più la società della miseria, della guerra, della privatizzazione, della distruzione
del creato, ma quella della solidarietà tra i popoli, della condivisione dei beni della
terra, del rispetto delle culture, del dialogo macro-ecumenico, della giustizia, della pace
e della custodia del creato.

Betty e Salvatore Iasi

Coppia Responsabile Regione SudEst

 

Per approfondimenti: http://nuovistilidivitapadova.org/ e http://www.cnms.it/index.php che a loro
volta suggeriscono una serie di link di associazioni e movimenti impegnati in queste tematiche.