LETTERA 182

LETTERA 182 MARZO - APRILE 2015

Editoriale:

FRATERNITA' AMOREVOLE - Un invito rivolto a tutti

Autore:

Nicoletta e Andrea Zanieri - Responsabili Regione Centro

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“Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo
di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”
(Mt. 25,40)


La Sessione estiva di Nocera, “Tracciare sentieri”, sollecitava il nostro impegno ad aprire strade, a muoversi nella direzione dell’accoglienza nelle diversità, ad essere testimoni dell’amore in una società malata ed egoista, a ricorrere alle sorgenti della nostra fede e della nostra scelta di vivere una spiritualità coniugale nell’Equipes Nôtre-Dame. 
Percorriamo questi sentieri con lo spirito del viandante, che con spirito libero, non prende nulla per il viaggio, perché tutto gli verrà dato in dono da Dio, attraverso la Sua Parola, attraverso le persone, da riconoscere non come “altri”, ma come “fratelli”… perché figli di uno stesso Padre, come Gesù ha insegnato.  
La chiave di lettura per accogliere questo stile di vita, di accoglienza e di fraternità, ci viene incontro durante un dovere di sedersi, in cammino, per le strade del centro, tanto concentrati sul nostro comunicarci, da non accorgerci della pioggia che ha iniziato a cadere; cerchiamo un rifugio nel chiostro della Badia Fiorentina e veniamo accolti da una scritta di benvenuto: “Chiedi ogni giorno a Dio di riversare nel tuo cuore l’amore per i fratelli e di mettere nel loro cuore l’amore per te”. L’Amore è il filtro attraverso il quale vagliare le nostre scelte e metterci in relazione con le persone, amici e fratelli.
Amore accolto e donato. Non può esserci l’uno senza l’altro, ce lo insegna Maria, che, ricevuto l’annuncio dell’incarnazione dell’Amore nel suo corpo, si affretta a comunicarlo, a parteciparlo subito a sua cugina Elisabetta. Sentiamo anche noi questa urgenza di annuncio, ci rendiamo conto di come tutta la nostra vita sia illuminata e nutrita dall'Amore, dalla presenza viva e attiva del Signore al nostro fianco durante il cammino, riconoscibile nel volto di ogni persona che incontriamo, nella quotidianità. 
Papa Francesco, in occasione della 47^ giornata per la pace, afferma che “la fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale. La viva consapevolezza di questa relazionalità ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura. E occorre subito ricordare che la fraternità si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli responsabili e complementari di tutti i suoi membri, in particolare del padre e della madre. La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore”.
È il Signore Gesù che, facendosi prossimo nelle nostre storie, ci comunica le “modalità”, ci chiede impegno, coinvolgimento nel prenderci cura dei fratelli: con amore, un seme generosamente fecondo, innestato in ciascuno di noi che ci spinge e attrae gli uni verso gli altri … tanto da accogliere “la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio” (come ci esorta Papa Francesco in Evangelii Gaudium 87).
La Parola del Signore, incarnata, ci interpella nei gesti più semplici, ci chiede di metterci al fianco e camminare con il prossimo, di condividerne le storie di gioia e di dolore. La coppia è chiamata a farsi incarnazione della Parola: siamo noi, oggi e qui, ad attualizzare la storia d’amore che Dio vive con tutte le sue creature, riconoscendo in ciascuna il Suo volto.
Eppure, ci sentiamo sospesi tra un desiderio di farci dono e quello di rimanere egoisticamente chiusi nelle nostre piccinerie, ancorati a sentimenti malevoli e di distruzione. “ In tante parti del mondo - ci ricorda ancora papa Francesco - sembra non conoscere sosta la grave lesione dei diritti umani fondamentali, soprattutto del diritto alla vita e di quello alla libertà di religione. Il tragico fenomeno del traffico degli esseri umani, sulla cui vita e disperazione speculano persone senza scrupoli, ne rappresenta un inquietante esempio. Alle guerre fatte di scontri armati si aggiungono guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di imprese. La globalizzazione, come ha affermato Benedetto XVI, ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. Inoltre, le molte situazioni di sperequazione, di povertà e di ingiustizia, segnalano non solo una profonda carenza di fraternità, ma anche l’assenza di una cultura della solidarietà. Le nuove ideologie, caratterizzate da diffuso individualismo, egocentrismo e consumismo materialistico, indeboliscono i legami sociali, alimentando quella mentalità dello “scarto”, che induce al disprezzo e all'abbandono dei più deboli, di coloro che vengono considerati “inutili”. 
Queste affermazioni ci mettono in allerta e ci invitano a guardare oltre alle apparenze che gli altri vogliono offrire, per paura che noi scopriamo in loro la stessa fragilità e precarietà che alberga nelle nostre vite e guida le nostre scelte. Se ciascuno osasse raccontarsi agli altri senza paure o maschere, scoprirebbe quante esperienze di vita sono comuni, quanto il Signore sia presente in tutti e non abbandoni nessuno. Non possiamo mettere a tacere questa voce con cui il Signore ci richiama; l’ascolto quotidiano della Parola di Dio, punto concreto di impegno del Metodo END, è un momento importante per aiutarci a vivere con amore, per amore e nell'amore le relazioni con Dio, con il coniuge e i fratelli. L’attenzione alla Parola, porta nella nostra vita la luce necessaria per comprendere, discernere, uscire dal nostro piccolo mondo e lanciarci in progetti importanti per il Signore. Essa, mette in evidenza le caratteristiche dei figli di Dio; è di Gesù l’impronta genetica di cui si parla nei passi del Vangelo. È una Parola che resta, dimora, agisce e abita in noi, nel silenzio della contemplazione prende vita, si incarna e guida le nostre scelte, dandoci il coraggio di osare, andando oltre le superficialità e penetrando, goccia a goccia, nella storia degli uomini.
A volte è difficile esprimere gesti di accoglienza, perdono, ringraziamento anche all’interno della coppia, e “Permesso, grazie, scusa”, non sono solo parole e non possono essere espresse con leggerezza: ognuna richiede, prima ancora dell’espressione verbale, un’accoglienza nel cuore, un cambiamento nella persona, un necessario atteggiamento di conversione in chi le pronuncia; il linguaggio del cuore non è sempre facile, ma efficace.  
In ogni comunità, dal nucleo familiare in poi, quando manca la pace, nascono gelosie, invidie, risentimenti, causando lacerazioni profonde e incapacità di comunicare reciprocità di amore. Non permettiamo che i cattivi sentimenti ci travolgano, ma cerchiamo sempre di vivere con passione ogni relazione umana, con il solo desiderio di essere in comunione con i fratelli.


Nicoletta e Andrea Zanieri - Responsabili Regione Centro