Quante volte abbiamo sentito la Parola di Dio iniziare con questa frase? Ogni volta che il Vangelo si apre con queste parole, la nostra mente per un attimo cerca di disegnare quel tempo, una collocazione storica, un ambiente entro il quale inserire la narrazione o quello che segue. Possiamo immaginare un paesaggio con le case di pietra, dei volti bruciati dal sole, terra e cielo racchiusi dagli stessi colori che anche noi vediamo, il rosso della sera al tramonto, il verde quasi grigio degli ulivi, il giallo della sabbia...
Ma la Parola che segue, ogni brano del Vangelo che è preceduto dalla frase “In quel tempo”, se meditata e fatta calare dentro di noi, diventa così attuale e viva da uscire dal tempo della storia per diventare essa stessa la Storia. E’ un messaggio che ha va- lore per sempre, applicabile in qualunque momento della vita dell’uomo, un’attualità sconcertante, un interrogativo che penetrando nella profonda libertà della possibile risposta, non ti lascia scampo.
Non vogliamo proporre un ragionamento o una riflessione sul tempo in sé e sulle diverse accezioni filosofiche o legate all’interpretazione di questo aspetto all’interno della Bibbia; interrogarsi sul significato del tempo vuol dire riflettere sul senso della vita e mettere l’accento non tanto sul tempo in sé quanto piuttosto sugli avvenimenti che ci possono vedere partecipi (o spettatori) e come tali in grado di dare una qualità agli eventi. Vorremmo interrogarci su che cosa caratterizza il tempo che viviamo, quale connotazione riusciamo ad imprimere, quali colori riusciamo a dare alla nostra quotidianità in maniera tale da rendere il nostro incontro con l’altro così significativo da essere storia, partendo da un contesto puntuale e concreto e reso testimonianza credibile e duratura, condizione di vita.
E’ pur vero che continuiamo a muoverci tra incertezze e speranze, navighiamo in un mare agitato da difficoltà che rendono sempre meno certi anche valori non negoziabili, ma è proprio attraverso questa dinamica che si compie il cammino verso la pienezza. Il tempo delle difficoltà e delle scelte è lo strumento per scoprirci e per conoscere quello che ci circonda, definisce il rapporto con il mondo senza limiti ma con nuovi orizzonti.
Il tempo senza limiti che per gli Ebrei era descritto e delineato dal passare delle generazioni, “di generazione in generazione”, senza soluzioni di continuità, è davvero pervaso dalla fedeltà che caratterizza le promesse di Dio.
E in questo tempo? Quale continuità riusciamo a dare alle nostre scelte e come siamo chiamati a vivere e a testimoniare le indicazioni che ci ha lasciato il Signore, con le parole di Giovanni Battista?
Le folle lo interrogavano: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Vennero an- che dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: “Maestro, che dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Lo interroga- vano anche alcuni soldati: “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”. (Lc 3, 10-14) Interroghiamo anche noi il Signore, con il cuore aperto e pronto ad ascoltare e accogliere la sua risposta, messaggio di amore; in coppia, chiediamo anche noi al Signore: “Che cosa dobbiamo fare in questo tempo? Come sposi, per essere testimoni credibili del Tuo amore, che cosa dobbiamo fare uno per l’altro e per gli altri, in questo tempo di difficoltà, di incomprensione con i figli, tempo di malattia nostra o dei nostri cari, di carenza di lavoro, di mancanza di speranza?
Cerchiamo fra le nostre numerose tuniche, nei nostri piatti colmi, nella nostra rincorsa al consumo, nel nostro volto infelice di Cristiani tristi non tanto la radice del problema quanto l’opportunità di una conversione che ci conduca insieme alla salvezza. Cerchiamo nelle risposte di Gesù e nella Sua vita, in quel messaggio così semplice rivolto a ciascuno di noi, proprio io e proprio adesso, la risposta a cui sono chiamato che ci mette in relazione con il prossimo e con la storia, in questo tempo che ci è stato regalato e che siamo chiamati a rendere luogo di incontro e di festa per tutti. Crediamo che ci venga chiesto con sempre maggior insistenza, nei diversi scenari in cui ci muoviamo, di offrire sull’esempio di Gesù la nostra vita come tempo per la realizzazione delle promesse. Sarà un tempo pieno, che saprà dare significato alle cose, alle scelte concrete e all’attenzione verso il prossimo, il tempo di compimento del Suo progetto, il progetto di Colui che è il solo a sapere il tempo e l’ora.