LETTERA 172

LETTERA 172 MARZO - APRILE 2013

Editoriale:

In quel tempo…

Autore:

Teresa e Gianni Andreoli Equipe Italia

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Quante volte abbiamo sentito la Parola di Dio iniziare con questa frase? Ogni volta che il Vangelo si apre con queste parole,  la nostra mente  per un attimo cerca  di disegnare  quel  tempo,  una  collocazione storica,  un ambiente entro  il quale  inserire la narrazione o quello  che segue. Possiamo  immaginare un paesaggio  con le case di pietra,  dei volti bruciati  dal sole, terra e cielo racchiusi  dagli stessi colori che anche noi vediamo,  il rosso della sera al tramonto,  il verde quasi grigio degli ulivi, il giallo della sabbia...

Ma la Parola che segue, ogni brano  del Vangelo che è preceduto dalla frase “In quel tempo”,  se meditata  e fatta calare  dentro  di noi, diventa  così attuale  e viva da uscire dal tempo  della storia per diventare  essa stessa la Storia. E’ un messaggio  che ha va- lore per sempre,  applicabile in qualunque momento della vita dell’uomo, un’attualità sconcertante, un interrogativo  che  penetrando nella  profonda  libertà  della  possibile risposta, non ti lascia scampo.

Non  vogliamo  proporre  un  ragionamento o una  riflessione  sul tempo  in sé e sulle diverse accezioni filosofiche o legate all’interpretazione di questo  aspetto  all’interno della  Bibbia; interrogarsi sul significato del tempo  vuol dire riflettere sul senso  della vita e mettere  l’accento non tanto sul tempo  in sé quanto  piuttosto  sugli avvenimenti che ci possono  vedere  partecipi (o spettatori) e come  tali in grado di dare una qualità agli eventi. Vorremmo  interrogarci  su che cosa caratterizza il tempo  che viviamo, quale connotazione riusciamo  ad imprimere, quali colori riusciamo  a dare alla nostra quotidianità in maniera  tale da rendere  il nostro incontro  con l’altro così significativo da essere  storia, partendo da un contesto  puntuale e concreto e reso testimonianza credibile  e duratura,  condizione di vita.

E’  pur  vero  che  continuiamo a muoverci  tra incertezze e speranze, navighiamo in un mare  agitato  da difficoltà che  rendono sempre  meno  certi anche  valori non  negoziabili,  ma è proprio  attraverso  questa  dinamica che  si compie  il cammino verso la pienezza. Il tempo  delle difficoltà e delle scelte è lo strumento  per scoprirci  e per conoscere quello  che ci circonda, definisce  il rapporto  con il mondo  senza  limiti ma con nuovi orizzonti.

Il tempo  senza  limiti che per gli Ebrei era descritto  e delineato dal passare  delle generazioni, “di generazione in generazione”, senza  soluzioni  di continuità, è davvero pervaso dalla fedeltà che caratterizza le promesse  di Dio.

E in questo tempo? Quale  continuità riusciamo  a dare alle nostre scelte e come siamo chiamati  a vivere e a testimoniare  le indicazioni che ci ha lasciato  il Signore, con le parole  di Giovanni  Battista?

Le folle lo interrogavano: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Vennero an- che dei pubblicani  a farsi battezzare, e gli chiesero: “Maestro, che dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non  esigete nulla di più di quanto  vi è stato fissato”. Lo interroga- vano anche  alcuni soldati: “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose: “Non  maltrattate e non estorcete  niente a nessuno,  contentatevi delle vostre paghe”. (Lc 3, 10-14) Interroghiamo  anche  noi il Signore, con il cuore  aperto  e pronto ad ascoltare  e accogliere la sua risposta, messaggio di amore; in coppia,  chiediamo anche  noi al Signore: “Che cosa dobbiamo fare in questo tempo? Come sposi, per essere testimoni credibili del Tuo amore,  che cosa dobbiamo fare uno per l’altro e per gli altri, in questo tempo di difficoltà, di incomprensione con i figli, tempo  di malattia  nostra o dei nostri cari, di carenza di lavoro, di mancanza di speranza?

Cerchiamo fra le nostre numerose tuniche,  nei nostri piatti colmi, nella nostra rincorsa al consumo, nel nostro volto infelice di Cristiani tristi non tanto la radice del problema quanto  l’opportunità di una conversione che ci conduca insieme alla salvezza. Cerchiamo nelle  risposte  di Gesù  e nella  Sua vita, in quel  messaggio  così semplice rivolto a ciascuno di noi, proprio io e proprio adesso,  la risposta a cui sono chiamato che ci mette in relazione con il prossimo e con la storia, in questo tempo che ci è stato regalato  e che siamo chiamati  a rendere  luogo di incontro  e di festa per tutti. Crediamo  che  ci venga  chiesto  con  sempre  maggior  insistenza,  nei  diversi  scenari in cui ci muoviamo, di offrire sull’esempio  di Gesù la nostra vita come  tempo  per la realizzazione delle  promesse.  Sarà un tempo  pieno,  che  saprà  dare  significato  alle cose, alle scelte concrete e all’attenzione verso il prossimo,  il tempo di compimento del Suo progetto,  il progetto di Colui che è il solo a sapere il tempo  e l’ora.