Lettera 230

LETTERA 230 - SETTEMBRE 2024-OTTOBRE 2024

Editoriale:

L’eterno inizio - Il tempo della relazione di coppia con Dio

Autore:

di Rosalia e Giovanni Ciccarone - Responsabili Regione Sud Est

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“Oh, è stata una giornata così perfetta
Sono contento di averla trascorsa con te
Oh, una giornata proprio perfetta
Mi fa venire voglia di restare con te...”

E’ la traduzione del ritornello della canzone di Lou Reed che fa da filo conduttore all’omonimo film di Wim Wenders “Perfect Days” ed esprime bene la sensazione di Benessere che ha suscitato in noi la sua visione durante lo scorso inverno. Molto spesso capita, nel nostro continuo e reciproco dialogo di coppia, di condividere un sentire comune che è innescato da un evento vissuto insieme e sul quale ci troviamo a condividere le stesse emozioni.

Il costante susseguirsi delle giornate e l’atteggiamento del protagonista del film non ci trasmettevano il lento e monotono ripetersi di gesti che stancamente riempiono il tempo della vita, ma erano l’essenza stessa dell’esistenza, vissuta con impegno nelle umili mansioni lavorative e nelle semplici relazioni umane dell’interprete. E’ il tema del tempo che gli antichi greci definivano Kairos; il tempo del momento giusto e opportuno che diventa tempo donato e non solo tempo trascorso.

E’ il tempo della consapevole scelta reciproca nel progetto delle nozze. E’ il tempo che sostiene le naturali difficoltà di costruire la propria casa sulla “roccia” e le nuove relazioni del “noi”. E’ il tempo del ringraziamento alla vita per l’arrivo dei figli e, ancora di più, del camminare al loro fianco durante i non facili percorsi di crescita e ricerca di autonomia, ma è anche il tempo di costruire la propria generatività sociale anche quando non si hanno figli. E’ il tempo in cui cercare la risposta alle proprie paure cercando di non farsi sopraffare da esse ed è il tempo in cui trovare l’abbraccio dell’altro/a durante i periodi di fragilità o di malattia. Kairos è il tempo del nostro lavoro sia se orientato alle relazioni di cura diretta degli altri, come gli studenti e i pazienti con cui noi due ci confrontiamo ogni giorno, che se vissuto nell’offerta delle proprie competenze, in ufficio, in un cantiere, in una fabbrica o fra i solchi di un campo o fra le onde del mare.

Questa sensazione di Benessere, rafforzata dalla nostra intima condivisione, è rimasta nei nostri cuori come una inconsapevole domanda aperta fino allo scorso mese di luglio, quando abbiamo partecipato al raduno internazionale delle Équipes Notre-Dame: Torino 2024. 

In quei giorni abbiamo sperimentato ancora una volta l’esperienza del tempo che non scorre soltanto nel susseguirsi dei giorni ma che si dilata come evento supremo e diventa Dono.

Dono è stato il nostro viaggio di andata e ritorno nella gioiosa condivisione di tre coppie e due consiglieri spirituali, in un furgoncino lungo le strade dello “Stivale”; dono è stata la processione dei tantissimi CS provenienti da ogni parte del mondo, illuminati da una splendida croce che appariva miracolosamente sospesa sulle loro teste e fulcro centrale per tutti noi, riuniti sulle gradinate del Pala-Inalpi; dono  sono state le intense relazioni ricche di intimità, come solo una riunione di équipe mista può offrire, fra nove coppie provenienti da ogni parte d’Italia e due consiglieri provenienti dalla Lettonia e dal Togo.

Sacerdoti di questa esperienza Kairologica sono stati tutti i relatori e le coppie chiamate a condividere le loro testimonianze di vita, tracciando un percorso di consapevolezza dell’esperienza nuziale, alla luce del brano evangelico di Luca sui discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-35). 

Qui, nell’incontro di Emmaus, si è chiuso il cerchio della domanda che ci portavamo dentro. 

Il Risorto si è rivolto a una coppia (forse sposi? - per noi sì) che ha raccolto nelle sue Fragilità umane e nelle sue delusioni più profonde, ne ha illuminato le menti con la rilettura degli eventi vissuti insieme nella gratuità dell’amore, ha suscitato in loro il rinnovato desiderio di comunione con l’umanità e si è disvelato ai loro occhi, finalmente aperti, alla nuova visione della storia di cui sono diventati testimoni di Cristo.

Il ciclo dell’Eterno inizio è pronto a ripetersi quando i “nostri occhi si aprono“ e “sentiamo ardere il nostro cuore“.

Così le parole di Papa Francesco, rivolte alle coppie responsabili dell’ERI nell’incontro avuto il 4 maggio di quest’anno, sono diventate profetiche: “Il matrimonio è un “passo a tre”, in cui la presenza di Cristo tra gli sposi rende possibile il cammino, e il giogo si trasforma in un gioco di sguardi: sguardo tra i due sposi, sguardo tra gli sposi e Cristo. È una partita che dura tutta la vita, in cui si vince insieme se ci si prende cura della propria relazione, se la si custodisce come un tesoro prezioso, aiutandosi a vicenda ad attraversare ogni giorno, anche nella vita coniugale, quella porta di accesso che è Cristo.”  

Ecco perché dona benessere ascoltare quella canzone…..

“Oh, è stata una giornata così perfetta
Sono contento di averla trascorsa con te
Oh, una giornata proprio perfetta
Mi fa venire voglia di restare con te...”