RACCONTARE LA VITA VERA: NO ALL'INFORMAZIONE FOTOCOPIA
Nel Messaggio per la 55.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema “Vieni e vedi. Comunicare incontrando le persone dove e come sono”, Francesco mette in guardia dal rischio di un’informazione sempre uguale, esortando ad andare “laddove nessuno va” e non raccontare la pandemia solo con gli occhi del mondo più ricco.
“Vieni e vedi”, così si comunica fede cristiana
Il Messaggio per la Giornata contiene l’invito che Filippo rivolge a Natanaele - “Vieni e vedi” come narra il brano del Vangelo di Giovanni che ispira il tema - che non consiste nell’offrire ragionamenti ma “una conoscenza diretta”. “Da più di duemila anni – sottolinea il Papa – è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana”. D’altronde “nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona”. Per ogni “espressione comunicativa” che voglia essere onesta, il Papa suggerisce dunque l’invito a “venire e vedere” alla galassia comunicativa di oggi, dai giornali al web, ma anche nella “predicazione ordinaria della Chiesa” come nella “comunicazione politica o sociale”. Forte, quindi, l’attenzione sui rischi di finire in una comunicazione preconfezionata e sempre uguale, “senza uscire mai uscire per strada" per incontrare le persone e verificare. E, in particolare, nel contesto della pandemia il Papa esorta a raccontare anche le vicende delle popolazioni più povere.
Il grazie ai giornalisti che raccontano guerre dimenticate
Dal cuore del Papa scaturisce anche un ringraziamento per il coraggio di tanti operatori della comunicazione. È merito di giornalisti, cineoperatori, montatori, che spesso rischiano nel loro lavoro, “se oggi – dice – conosciamo, ad esempio la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate”. Sarebbe un impoverimento, rimarca, se queste voci venissero meno.
L’incontro personale, via del Vangelo
Nel testo ritorna il riferimento alla buona novella del Vangelo che riaccade oggi “ogni qual volta – dice – riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù”. Si tratta di persone che hanno accettato lo stesso invito “Vieni e vedi” e “sono rimaste colpite da un ‘di più’ di umanità” che traspariva in chi testimoniava Gesù. “Quel grande comunicatore che si chiamava Paolo di Tarso – immagina il Papa – si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare”, e anche quando non poteva essere incontrato di persona, “il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai discepoli che inviava”. Da qui la sfida che ci attende, “quella – osserva Francesco – di comunicare incontrando le persone dove e come sono”, come ricorda il tema stesso del Messaggio. In modo poi inedito rispetto ai suoi precedenti testi per questa Giornata, il Papa conclude con una preghiera in cui si chiede al Signore di insegnarci “andare là dove nessuno vuole andare, a prenderci il tempo per capire”, “a distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità”. Con “la grazia di riconoscere – conclude – le tue dimore nel mondo e l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto”.