L'Anno per la Famiglia: accompagnare i nuclei in crisi

Nella solennità di San Giuseppe e nel quinto anniversario della Esortazione apostolica Amoris Laetitia, comincia l'Anno speciale dedicato alla famiglia.

Le famiglie hanno bisogno di cura pastorale, di dedizione, mediante uno stile di maggiore collaborazione tra queste e i pastori. Bisogna investire sulla formazione dei formatori e soprattutto è necessario attuare un cambio di mentalità: pensarle non come ‘oggetto’ ma come ‘soggetto’ della pastorale ordinaria. E’ questo, in sintesi, l’invito espresso dal cardinale Kevin Farrell. Il presupposto, precisato all’inizio del suo intervento, è che la pandemia non deve paralizzarci: proprio in questo tempo di smarrimento – sottolinea – si rivela quanto mai opportuno dedicare un intero anno alla famiglia cristiana, per presentarla davvero come una “buona notizia”. “La famiglia rimane per sempre ‘custode’ delle nostre relazioni più autentiche e originarie”, afferma il porporato, che suggerisce di riprendere in mano il testo del Papa Amoris Laetitia, frutto di un lungo cammino sinodale, non solo nei contesti ecclesiali, ma nell’ambito delle stesse famiglie. Farrell ribadisce la ricchezza di questo documento, che contiene anche percorsi pratici e cita anche l'enciclica Fratelli tutti, un testo molto importante per far crescere nelle famiglie il senso di responsabilità alla solidarietà verso coloro che, per esempio, abitano nello stesso condominio o quartiere.

Accompagnare le famiglie in crisi, povere, disgregate

L’Anno speciale che sta per cominciare deve essere un tempo per non far sentire sole le famiglie di fronte alle difficoltà. Nelle parole del cardinale Farrell c’è l’invito “all’accompagnamento delle coppie e delle famiglie in crisi, al sostegno a chi è rimasto solo, alle famiglie povere, disgregate”. Sebbene molte esperienze si siano mostrate già molto fruttuose e non vanno perciò disperse, il prefetto lamenta che “per molte questioni siamo ancora ad uno stadio iniziale”. Un passaggio centrale è la sottolineatura del protagonismo cui sono chiamate le famiglie nelle parrocchie e nelle diocesi. Bisogna “dare maggiore spazio alle famiglie. La loro stessa vita è un messaggio di speranza per il mondo intero e soprattutto per i giovani”, afferma ancora Farrell. Un particolare aspetto, con cui ha concluso il suo intervento, riguarda la reciprocità della fecondità spirituale tra famiglie e pastori, nella misura in cui si collabora davvero: c’è molto da “dare” per le famiglie, ma ancor di più c’è da “ricevere” da loro. La Chiesa è chiamata a mostrarsi alle famiglie nel duplice atteggiamento di paternità e maternità: accogliente e forte, ma anche capace di ascolto e coraggiosa.




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