LA DRAMMATICA SITUAZIONE IN LIBANO
Cari amici,
riceviamo da Georges e Mahassen Khouri, coppia di equipier del Libano che ha svolto fino a 2 anni fa servizio in Equipe Responsabile Internazionale, il messaggio che segue.
Invitiamo tutti a pregare per il popolo libanese, ben sapendo che gli eventi si stanno svolgendo con grande velocità e la situazione è drammatica.
Un grande abbraccio a tutti
Paola e Giovanni, CR di Segreteria, ERI
==================================================
Da: "Georges Koury"
Inviato: 07/08/2020 17:14:50
Oggetto: La situazione in Libano
Cari amici,
Su richiesta di alcuni amici, e di alcuni di voi, abbiamo preparato una breve relazione sulla situazione catastrofica che il popolo libanese sta vivendo dopo l'esplosione del 4 agosto, per capire meglio quanto accaduto in Libano tre giorni fa. In allegato, inviamo anche un testo di un amico, Mons. Mounir Khairallah, vescovo di Batroun e consigliere spirituale di 2 equipe END, scritto prima dell'esplosione, sulla situazione economica e sociale del Paese in generale.
Il 4 agosto alle 18.05, la città è stata scossa da un'esplosione dal porto di Beirut. Subito dopo, due secondi dopo, altre due misteriose esplosioni. In TV scopriamo l'orrore: una visione apocalittica della città coperta di fumo nero. L'impressione è stata quella di vedere gli effetti della bomba atomica di Hiroshima nel 1945.
Beirut è una città devastata, sconvolta dal disastro, con 155 morti, 5.000 feriti, decine di persone scomparse e perdite stimate in 3 miliardi di dollari per ricostruire la città, escluso il porto.
Ospedali, chiese, case, istituzioni, alberghi, negozi, sono distrutti; migliaia di famiglie (300.000 persone) sono senza casa. Tutto questo succede mentre lo Stato si trova in una situazione di bancarotta economica e finanziaria che lo rende incapace di affrontare questo disastro umano e urbano, e il popolo libanese si trova in uno stato di povertà e indigenza.
Il dolore è il più grande di tutti i danni.
La speranza rimane forte: giovani volontari libanesi di tutte le regioni del Libano, cristiani e musulmani, sono sul posto per rimuovere le macerie e salvare la gente. Le scuole e i conventi sono aperti per accogliere gli sfollati.
I capi di governo dei paesi amici di tutto il mondo hanno annunciato il loro sostegno al popolo libanese. Gli aiuti hanno cominciato ad arrivare all'aeroporto di Beirut dalla Francia, dal Kuwait, dall'Iraq, dall'Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi, ecc. Il presidente francese Macron ha trascorso il 6 agosto a Beirut per una visita di affetto e solidarietà verso il popolo libanese.
Oggi non vediamo nulla di chiaro per il futuro, tutto è confuso.
Il rapporto allegato fornisce una migliore comprensione della situazione estremamente difficile del paese. [Nota: il testo allegato è stato scritto il giorno prima dell’esplosione]
Grazie in anticipo per il vostro affetto e la vostra solidarietà spirituale.
Insieme in Cristo
Mahassen e Georges
=========================================================
Da: "Monsignor Mounir"
Inviato: 03/08/2020 21:39:45
Oggetto: Diario di Padre Mounir - Lettera agli amici
Lunedì 3 agosto 2020
Carissimi amici,
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo.
Grazie per i vostri messaggi di amicizia e di vicinanza; grazie anche per le vostre preghiere. I nostri santi e martiri ci invitano, in questi momenti di prova, a conservare la fiducia totale nella Provvidenza e in Colui che ci ama e guida i nostri passi sulla via della salvezza, sulla scia di suo Figlio Gesù Cristo morto e risorto per donarci la Vita. Dobbiamo portare la croce al seguito di Gesù fino alla morte di noi stessi, del nostro egoismo e dei nostri interessi personali per meritare la resurrezione; la resurrezione del nostro popolo, del nostro paese e della nostra classe politica!
La situazione in Libano è critica e anche "molto grave", come ha detto il ministro degli Esteri francese Jean-Yves le Drian durante una visita ufficiale in Libano (22-24 luglio).
La classe politica è sorda a tutte le richieste di riforme urgenti per far uscire il Libano dall'abisso! I politici si accusano a vicenda per il crollo, ma non fanno niente. Il signor Le Drian è tornato a casa turbato.
La situazione non migliorerà presto, e i conflitti regionali e internazionali (alimentati dalla recrudescenza di provocazioni tra Stati Uniti e Iran) non aiutano.
Le dimissioni di lunedì mattina del Ministro degli Affari Esteri, l'illustre dottor Nassif Hitti, grande amico di Le Drian per essere stato ambasciatore della Lega Araba a Parigi e poi presso la Santa Sede, scuoteranno la coscienza dei nostri leader politici e innescheranno un qualche cambiamento?
Nel pieno di questa tempesta, il Patriarca del Libano, Cardinal Béchara Raï, ha alzato la voce; è l'unico che osa rivolgersi ai leader politici in piena libertà per rimproverarli e chiedere loro di rendere conto. Nell'omelia del 5 luglio, egli fa il punto della situazione e lancia un appello in tre punti e raccomanda la tabella di marcia per la costruzione del Libano di domani, che si può riassumere nella proclamazione della Neutralità del Libano, una neutralità attiva e impegnata, come dice lui stesso:
"La cosa peggiore a cui assistiamo oggi in patria è che la maggior parte di coloro che sono coinvolti in affari politici si preoccupano solo dei propri profitti e interessi; allo stesso tempo, stanno minando la fiducia negli altri, condannando coloro che sono responsabili delle istituzioni costituzionali.
Ancor peggio, stanno cercando di essere fedeli non al Libano, ma alle loro basi popolari e ai loro stessi partiti. Essi privano così il Libano della fiducia del parere positivo dei popoli e dei governi arabi e internazionali, nonostante la convinzione di questi ultimi dell'importanza del Libano, del suo ruolo e del potenziale e delle capacità del suo popolo.
Sembra che questi politici vogliano camuffare la loro responsabilità per aver svuotato le casse dello Stato, e per non aver intrapreso la riforma delle strutture statali richiesta dai Paesi riuniti alla conferenza di Parigi, nota come "CEDRE", nell'aprile 2018. Al contrario, si sono accordati per condividere i benefici e distribuire i guadagni, a discapito del bene pubblico. Il livello di povertà, disoccupazione, corruzione e debito pubblico ha continuato ad aumentare, fino all'esplosione della rivoluzione popolare del 17 ottobre 2019…
La situazione in cui ci troviamo ci ha portato a fare questo appello:
1- Chiediamo a Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica di lavorare per togliere l’embargo contro la legalità e la libera decisione nazionale.
2- Chiediamo ai Paesi amici di correre al capezzale del Libano come hanno fatto ogni volta che era in pericolo.
3- Noi ci rivolgiamo all’ONU affinché si adoperi per ripristinare l’indipendenza e l’unità del Libano, per attuare le risoluzioni internazionali e per dichiarare la sua neutralità. La neutralità del Libano è la garanzia della sua unità e della sua posizione storica in questa fase di cambiamento geografico e costituzionale. La neutralità del Libano è la sua forza e la garanzia del suo ruolo, sia nella stabilizzazione della regione e nella difesa dei diritti degli Stati arabi nella causa della pace, sia nelle sane relazioni tra i Paesi del Medio Oriente da un lato, e l’Europa dall’altro, per la sua posizione geografica, sulle sponde del Mediterraneo…”.
In ogni caso, manteniamo forte la nostra speranza che un giorno il Libano rivivrà il suo ruolo di luogo aperto di incontro culturale, religioso e politico tra Oriente e Occidente e il suo messaggio di coabitazione. La nostra storia, che ha conosciuto conflitti molto più gravi, ci permette di sperare in un futuro migliore che nascerà dopo una fase difficile a seguito della "Rivoluzione popolare del 17 ottobre 2019".
Nel frattempo, bisognerà sopportare la crisi sociale, economica e monetaria che ha conseguenze disastrose per la popolazione, soprattutto per i giovani: il deprezzamento senza precedenti della moneta (il dollaro vale 8.000 lire libanesi quando in ottobre valeva 1.520 lire libanesi), l'impennata dei prezzi, i licenziamenti su larga scala e le restrizioni bancarie sui prelievi e i trasferimenti all'estero, le interruzioni di corrente 20 ore su 24!
Più della metà dei libanesi vive ormai al di sotto della soglia di povertà! Quasi la metà della popolazione attiva è in disoccupazione. Questo si aggiunge all'insopportabile fardello di ospitare un milione di profughi siriani e mezzo milione di profughi palestinesi.
Per quanto riguarda il Coronavirus Covid 19, il virus si sta ora diffondendo a tutta velocità. Per quanto avessimo rispettato le direttive e le misure raccomandate dal governo e dal Ministero della Salute fino al 1° luglio (infatti, dal 25 febbraio al 30 giugno abbiamo avuto 1778 casi e 34 decessi), dopo il 1° luglio, data della riapertura dell'aeroporto di Beirut, i contagi sono aumentati in modo vertiginoso (il 1° luglio abbiamo avuto 1788 casi e 34 decessi; il 12 luglio ci sono stati 2334 casi e 36 decessi; il 19 luglio 2859 casi e 40 decessi; il 26 luglio 3746 casi e 51 decessi; il 3 agosto 5062 casi, superando la soglia simbolica di 5.000, e 65 morti).
Questo ha spinto il ministro della Salute Dr. Hamad Hassan a denunciare "la mancanza di serietà nel rispetto delle misure preventive e delle regole di mobilitazione generale", mentre il Paese si è nuovamente confinato per dieci giorni in due fasi, tra il 30 luglio e il 10 agosto. Ha annunciato che "il comitato scientifico responsabile del coronavirus raccomanderà una chiusura totale di 15 giorni se l'esito del riconfinamento in due fasi si rivelerà negativo".
Cosa può fare ognuno di voi?
Pregate per noi e con noi che il Signore ci dia la forza di resistere, per intercessione della Beata Vergine Maria e dei nostri santi.
Tutti noi della diocesi di Batroun vi portiamo nelle nostre preghiere e speriamo di darvi presto notizie migliori.
+ Padre Mounir Khairallah
Vescovo di Batroun (Libano)