Il vescovo Erio Castellucci presenta la lettera alla città di Modena

Il vescovo Erio ha presentato alla stampa la sua prima lettera alla città "L'essere umano prima delle categorie", in occasione della solennità di San Geminiano.
"Una lettera - ha detto il vescovo - in cui ci chiediamo in primo luogo  qual è il contributo  che i cittadini cristiani possono dare alla città, prima  ancora che  riflettere su  cosa fare insieme".
"Chiesa e mondo, del resto - scrive il vescovo -  non sono due grandezze parallele, ma si intrecciano: la Chiesa è quella parte di mondo che “guarda con fede a Gesù” come al suo Signore (cf. Lumen Gentium 9). I cristiani sono davvero tali se, all’interno di uno Stato libero e democratico quale è il nostro, sono prima di tutto cittadini onesti. E credo allora che, con tutti i suoi difetti, la comunità ecclesiale incida positivamente sulla comunità civile". E ancora: "Le comunità cristiane delle origini, rispecchiate particolarmente nelle Lettere di San Paolo, si trovavano di fronte a tre grandi divisioni sociali: tra giudei e greci, tra schiavi e cittadini liberi, tra uomini e donne. Erano come tre grandi muri, considerati da alcuni come divisioni “naturali”; valevano di più queste categorie sociali distintive, rispetto all’appartenenza all’unica famiglia umana. Contavano di più, in altre parole, l’appartenenza etnico-religiosa (giudei e greci e, più in generale, cittadini e stranieri), la disparità sociale ed economica (schiavi o liberi) e la distinzione sessuale (uomini o donne), rispetto alla fondamentale incorporazione al “genere umano”.
Di fronte a questi muri, i cristiani non si scoraggiarono e testimoniarono che “in Cristo” tutti siamo uno. Era una testimonianza prima dei fatti che delle parole. Nelle case – dove allora si riunivano, non potendo costruire chiese e strutture, come avviene ancora oggi nelle tante situazioni di persecuzione religiosa – i battezzati cominciarono a definirsi tra di loro “fratelli” e “sorelle”. Le distinzioni tra ebreo, greco, schiavo,
libero, maschio e femmina vennero subordinate all’unità data dall’unico battesimo, aperto a tutti e non riservato solo ad alcuni".




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