Il Papa alla Porta Santa dell'Ostello Caritas
ROMA (Reuters)- Dietro la Porta Santa, la salvezza: quella di un pasto caldo e di un ricovero nelle notti di freddo. Sul fianco della stazione Termini di Roma papa Francesco apre un altro varco giubilare dal forte contenuto simbolico: dopo quello della cattedrale di Bangui, nel Centrafrica martoriato dalle guerre civili, arriva quello dell'ostello Caritas nel cuore della sua diocesi. È la prima volta che un pontefice compie un gesto simile in un luogo che non è consacrato, ma ormai le novità di Bergoglio si susseguono a ritmi talmente frenetici da far sembrare tutto scontato.
La Porta Santa di via Marsala è il rito inaugurale della sequenza di segni di misericordia caritatevole che Francesco compirà una volta al mese, per tutto l'Anno Santo. Appuntamenti che il Vaticano definisce "privati" e che in futuro potrebbero anche avvenire lontano dai riflettori. Stavolta, però, attorno all'ostello intitolato a don Luigi Di Liegro, storico punto di riferimento della Caritas romana, c'è grande fermento. Dopo la cerimonia Francesco presiede la messa alla quale parteciperanno circa 200 ospiti in rappresentanza di tutti i centri di accoglienza della Caritas diocesana. E sottolinea: "L'entrata al cielo non si paga con i soldi né con le onorificenze". Poi ricorda: "Gesù è nell'umiltà e nell'aprire questa porta santa vorrei che lo Spirito Santo aprisse il cuore di tutti i romani e facesse vedere qual è la strada della salvezza: non c'è lusso, non c'è la strada delle grandi ricchezze, del potere. C'è la strada dell'umiltà: i più poveri, gli ammalati, i carcerati, ma Gesù dice anche i più peccatori ci precederanno nel cielo perché loro sono disposti a lasciarsi abbracciare dalla misericordia del Signore". È per questo che poi aggiunge: "Oggi noi preghiamo per Roma, per tutti gli abitanti di Roma, per tutti, incominciando da me, perché il Signore ci dia la grazia di sentirci scartati, perché noi non abbiamo alcun merito, soltanto Lui ci dà misericordia e grazia, e per avvicinarci a quella grazia dobbiamo avvicinarci agli scartati, ai poveri, a chi ha più bisogno, perché su quell'avvicinamento saremo tutti giudicati".